martedì 10 settembre 2013

L'ULTIMO IMPERATORE 3D oggi e domani il kolossal premio Oscar di BERNARDO BERTOLUCCI torna al cinema

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Torna oggi e domani nei cinema italiani il kolossal italiano più famoso al Mondo, 'L'Ultimo Imperatore 3D' diretto da Bernardo Bertolucci e vincitore di 9 Premi Oscar e 9 David di Donatello oltre ad altri prestigiosi premi in tutto il Mondo, la pellicola uscì nel 1987 (il 23 Ottobre in Italia il 20 Novembre negli Usa) e trae spunto dal romanzo "Sono Stato Imperatore" , l'autobiografia di Aisin Gioro Pu Yi.
Il film ricevette allora il rarissimo permesso - soprattutto per un regista non cinese - di girare le riprese dentro le mura della Città Proibita. Per il kolossal, Bertolucci impiegò 19.000 comparse (la Cgi ancora non esisteva, ndr.) oltre a più di 300 tecnici italiani/cinesi/inglesi per lavorare sul set.  Il film ebbe un costo di 23 milioni di dollari dell'epoca ma ne incassò solo nel mercato americano ben $44 milioni (oggi rivalutati in circa $88 milioni), in Italia fu il film più visto della stagione ( http://boxofficebenful.blogspot.it/2009/04/box-office-italia-1987-88.html ) con 17,3 miliardi di lire incassati (dato Siae) . Il Cast del film:J ohn Lone, Joan Chen, Peter O'Toole, Ying Ruocheng, Victor Wong, Wu Jun Mei, Fumihiko Ikeda, Tijer Tsou, Richard Vuu, Wu Tao.
 
L'attesissimo evento permetterà di apprezzare maggiormente l'opera del regista, Bernardo Bertolucci, e la sensibilità mostrata nel mettere in scena una Cina ormai dimenticata. Il processo, voluto dal produttore Jeremy Thomas e realizzato dal direttore della fotografia Vittorio Storaro, uno dei 9 premi Oscar vinti dal film, ha richiesto un anno di lavoro ed un costo di circa due milioni di dollari. Il risultato? Una trasformazione magica, che rende gli spazi davvero unici e ancor più vicini alla narrazione, con una poetica esaltazione delle scene dedicate all'adolescenza del protagonista Pu-Yi, ultimo imperatore della Cina e al suo percorso dall'onnipotenza alla normalità, dal buio della nevrosi alla luce della quotidianità.
"Questo film rappresenta la mia madeleine proustiana, perché mi ricorda i lontani anni in cui fu realizzato, la Cina, il successo mondiale. Ma il tempo, come afferma Sant' Agostino, non esiste. Siamo tutti contemporanei". (B. Bertolucci).
 
Nel 1908 a Pechino nella città proibita, l'anziana Imperatrice vedova, prossima a morire, si fa portare Pu-Yi, un fanciullo di tre anni, strappandolo alla madre e lo designa suo successore. Ultimo della dinastia Ching passerà la sua infanzia nella mitica Città, signore e padrone assoluto di uno sterminato Impero. Nel 1912, Sun-Yat-Sen proclama la Repubblica, ma il fanciullo resta là come un simbolo, prigioniero ma onorato (e inoffensivo). Successivamente, divenuto adulto va a vivere in un'altra città del Paese con le due mogli, l'istitutore scozzese Sir Reginald Johnston e alcuni fedeli, in un esilio dorato, che lo vede anche in Occidente. Poi la volontà di governare prende il sopravvento e lo spinge a compromessi: avendo nel frattempo il Giappone, spinto da mire espansionistiche, invaso e occupato la Manciuria, terra natia di Pu-Yi, questi sale sul trono di tale regione, ribattezzata Manciukuo, destinato al ruolo di re fantoccio, collaborando con Tokio, che ne condiziona a fini bellici l'effettivo potere. Finita la guerra e caduto in mano sovietica Pu-Yi trascorre, dopo la seconda guerra mondiale cinque anni in Siberia; poi nel 1949 la Cina di Mao ne chiede il rimpatrio come criminale di guerra. Dopo un decennio di rieducazione politica, l'ex Imperatore viene rilasciato dal campo in cui, con molti altri, è stato confinato: ora è un uomo comune, ha riconosciuto le sue colpe (reali o presunte) e lavora da umile giardiniere nell'orto botanico di Pechino. E nel 1967, nel momento in cui coloro che lo hanno rieducato proveranno gli insulti e le vessazioni della rivoluzione culturale Pu-Yi muore.




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