mercoledì 4 settembre 2013

Venezia70 - L'INTREPIDO di Gianni Amelio con Antonio Albanese presentato oggi in concorso alla Mostra del Cinema non convince la stampa, da domani nei cinema sarà il pubblico a scegliere.

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E' arrivato oggi il secondo (giovedì arriva Gianfranco Rosi con 'Sacro Gra') film italiano in concorso alla 70° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, L'Intrepido' diretto da Gianni Amelio (che in 'un'intervista ha confessato quale fosse per lui il miglior film italiano di tutti i tempi, ebbene 'Miracolo a Milano') con Antonio Albanese, la pellicola non ha convinto del tutto la stampa (vedremo stasera la presentazione al pubblico in Sala Grande), da domani il film comunque sarà sottoposto da subito al giudizio del pubblico uscendo in 192 copie distribuito da 01. Oltre ad Albanese fanno parte del cast del film anche Livia Rossi, Gabriele Rendina, Alfonso Santagata e Sandra Ceccarelli.
Immaginiamo che esista un nuovo mestiere e che si chiami “rimpiazzo”. Immaginiamo che un uomo senza lavoro lo pratichi ogni giorno, questo mestiere. E dunque che lavori davvero oltre misura e che sia un uomo a suo modo felice. Lui non fa altro che prendere, anche solo per qualche ora, il posto di chi si assenta, per ragioni più o meno serie, dalla propria occupazione ufficiale. Si accontenta di poco, il nostro eroe, ma i soldi non sono tutto nella vita: c’è il bisogno di tenersi in forma, di non lasciarsi andare in un momento, come si dice, di crisi buia.
 
Immaginiamo poi che esista un ragazzo di vent’anni, suo figlio, che suona il sax come un dio e dunque è fortunato perché fa l’artista. E immaginiamo Lucia, inquieta e guardinga, che nasconde un segreto dietro la sua voglia di farsi avanti nella vita. Ce la faranno ad arrivare sani e salvi alla prossima puntata?
Commento del regista Il produttore dice che questo film è come una nuvola: mentre lo guardi cambia forma. Forse ha ragione. All’inizio delle riprese l’ho definito una commedia, ma in tanti saranno pronti a smentirmi, anche se si ride parecchio. Perché c’è pure chi si commuove e versa qualche lacrima. L’ho scritto di getto, sul corpo e l’anima di un attore che amo molto e con il quale da tempo avevo voglia di lavorare: un soggetto “su misura” ma non troppo, che mi facesse competere con il suo talento scoprendone qualche lato nuovo, scommettendo su delle sorprese. E accanto a lui ho voluto due giovani ancora sconosciuti, un ragazzo e una ragazza di vent’anni, che regalassero un po’ della loro innocenza agli altri protagonisti. L’intrepido è ambientato oggi, in Italia. Ma non per respirare “l’aria del tempo”, piuttosto per trattenere il fiato. Da qui la sua anomalia rispetto ai film che ho fatto finora e la sua fedeltà a certe cose che mi stanno a cuore da sempre. In questo senso si può leggere il titolo, che riporta ai fumetti che divoravo da ragazzino. In quel giornaletto c’erano figure illustrate ma io le credevo reali; si narravano storie fantasiose ma io pensavo che la vita fosse quella. E soprattutto aspettavo di settimana in settimana il seguito dell’avventura, per la necessità di un lieto fine. Proprio come adesso.
 
  


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