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Arriva questa sera in Prima Visione Tv su SKY CINEMA 1 ore 21:10 il film DIAZ Premio del Pubblico a Berlino per il film di Daniele Vicari che ricostruisce gli eventi del G8 di Genova del 2001. Dai vandalismi dei Black Bloc, al pestaggio delle forze dell'ordine ai danni dei manifestanti ospiti della sciola Diaz, agli abusi nella caserma di Bolzaneto.
La notte del 21 luglio 2001 93 persone, di età, nazionalità e condizione sociale differente, si trovano a pernottare nella scuola Diaz, messa a disposizione dal comune di Genova come dormitorio, sede del media center e dell'assistenza legale dell'organismo promotore, dopo che, durante la giornata, un automezzo della polizia, passato più volte di fronte all'edificio, è stato per alcuni momenti circondato da un gruppo di no-global e fatto oggetto del lancio, andato a vuoto, di una bottiglia di vetro; le vicende di alcune di loro si intrecciano con gli avvenimenti che seguiranno.
Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna (giornale politicamente collocato a destra), il quale, a seguito dell'arrivo in redazione della notizia della morte di Carlo Giuliani, in seguito agli scontri per il G8, avvenuti il 20 luglio, decide di recarsi personalmente a Genova per documentare l'evolversi dei fatti. Alma è un'anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri ed è rimasta sconvolta per la violenza cui ha assistito che, insieme a Marco, facente parte dell'organizzazione del Social Forum, ed alla amica Franci, un avvocato del Genoa Legal forum, si mette a disposizione per la ricerca dei dispersi. Nick è un manager che si occupa di economia solidale e che si trova a Genova per un seminario. Anselmo è un anziano militante del Sindacato Pensionati della CGIL, che ha preso parte alle manifestazioni sindacali contro il G8, prendendo parte al corteo pacifico. Bea e Ralf sono a Genova di passaggio e devono ripartire per altre mete ma, in attesa della partenza, decidono di pernottare in città, utilizzando uno degli alloggi messi a disposizione dei manifestanti. Etienne e Cecile sono due anarchici francesi, diretti protagonisti della guerriglia e degli scontri di quei giorni. Max è un vicequestore aggiunto del primo reparto mobile di Roma, il quale si è attirato le critiche di molti colleghi perché in mattinata ha preso la decisione di non ordinare una carica contro i black-block, al fine di evitare il coinvolgimento di tanti pacifici manifestanti addossati ad una scogliera.
I destini di tutti loro e di altri manifestanti si incrociano drammaticamente quando, dopo le 23.00 circa, 350 poliziotti fanno irruzione nella scuola, allo scopo di giustificare agli occhi dell'opinione pubblica sia il mancato mantenimento dell'ordine pubblico durante le grandi manifestazioni di protesta che il comportamento violento delle forze dell'ordine durante le giornate precedenti, procedura già precedentemente messa in atto con un furgone, filmato da un elicottero, dal quale vengono distribuite spranghe ed altri oggetti contundenti ai manifestanti da soggetti in seguito mai identificati, lamentando inoltre l'aggressione subita dall'automezzo della polizia alcune ore prima.
L'irruzione si svolge rapidamente e senza resistenza da parte dei presenti ma, nonostante nell'edificio non si trovino i black block, gli agenti aggrediscono le persone all'interno della scuola con inaudita violenza e sadismo e queste, dopo essere state ferite, alcune in modo grave, vengono arrestate e lo stesso destino subiscono coloro che, a causa delle ferite, sono state immediatamente trasportate in ospedale, prolungando, dopo essere state rinchiuse nella caserma di Bolzaneto, l'universo di violenza già subito durante l'irruzione.
Il regista ha riferito che, leggendo le carte processuali, si ha l'impressione che la polizia sentisse la necessità di riequilibrare la situazione a suo favore e che fosse disposta a farlo anche con verbali falsi e disseminando prove costruite a tavolino, come il ritrovamento di armi improprie e due bombe molotov che furono portate nella scuola Diaz dagli stessi agenti.
I destini di tutti loro e di altri manifestanti si incrociano drammaticamente quando, dopo le 23.00 circa, 350 poliziotti fanno irruzione nella scuola, allo scopo di giustificare agli occhi dell'opinione pubblica sia il mancato mantenimento dell'ordine pubblico durante le grandi manifestazioni di protesta che il comportamento violento delle forze dell'ordine durante le giornate precedenti, procedura già precedentemente messa in atto con un furgone, filmato da un elicottero, dal quale vengono distribuite spranghe ed altri oggetti contundenti ai manifestanti da soggetti in seguito mai identificati, lamentando inoltre l'aggressione subita dall'automezzo della polizia alcune ore prima.
L'irruzione si svolge rapidamente e senza resistenza da parte dei presenti ma, nonostante nell'edificio non si trovino i black block, gli agenti aggrediscono le persone all'interno della scuola con inaudita violenza e sadismo e queste, dopo essere state ferite, alcune in modo grave, vengono arrestate e lo stesso destino subiscono coloro che, a causa delle ferite, sono state immediatamente trasportate in ospedale, prolungando, dopo essere state rinchiuse nella caserma di Bolzaneto, l'universo di violenza già subito durante l'irruzione.
Il regista ha riferito che, leggendo le carte processuali, si ha l'impressione che la polizia sentisse la necessità di riequilibrare la situazione a suo favore e che fosse disposta a farlo anche con verbali falsi e disseminando prove costruite a tavolino, come il ritrovamento di armi improprie e due bombe molotov che furono portate nella scuola Diaz dagli stessi agenti.
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