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Torna oggi e domani nei cinema italiani il kolossal italiano più famoso al Mondo, 'L'Ultimo Imperatore 3D' diretto da Bernardo Bertolucci e vincitore di 9 Premi Oscar e 9 David di Donatello oltre ad altri prestigiosi premi in tutto il Mondo, la pellicola uscì nel 1987 (il 23 Ottobre in Italia il 20 Novembre negli Usa) e trae spunto dal romanzo "Sono Stato Imperatore" , l'autobiografia di Aisin Gioro Pu Yi.
Il film ricevette allora il rarissimo permesso - soprattutto per un regista non cinese - di girare le riprese dentro le mura della Città Proibita. Per il kolossal, Bertolucci impiegò 19.000 comparse (la Cgi ancora non esisteva, ndr.) oltre a più di 300 tecnici italiani/cinesi/inglesi per lavorare sul set. Il film ebbe un costo di 23 milioni di dollari dell'epoca ma ne incassò solo nel mercato americano ben $44 milioni (oggi rivalutati in circa $88 milioni), in Italia fu il film più visto della stagione ( http://boxofficebenful.blogspot.it/2009/04/box-office-italia-1987-88.html ) con 17,3 miliardi di lire incassati (dato Siae) . Il Cast del film:J ohn Lone, Joan
Chen, Peter
O'Toole, Ying
Ruocheng, Victor
Wong, Wu Jun Mei, Fumihiko Ikeda, Tijer Tsou, Richard
Vuu, Wu Tao.
L'attesissimo evento permetterà di apprezzare maggiormente l'opera del regista, Bernardo Bertolucci, e la sensibilità mostrata nel mettere in scena una Cina ormai dimenticata. Il processo, voluto dal produttore Jeremy Thomas e realizzato dal direttore della fotografia Vittorio Storaro, uno dei 9 premi Oscar vinti dal film, ha richiesto un anno di lavoro ed un costo di circa due milioni di dollari. Il risultato? Una trasformazione magica, che rende gli spazi davvero unici e ancor più vicini alla narrazione, con una poetica esaltazione delle scene dedicate all'adolescenza del protagonista Pu-Yi, ultimo imperatore della Cina e al suo percorso dall'onnipotenza alla normalità, dal buio della nevrosi alla luce della quotidianità.
"Questo film rappresenta la mia madeleine proustiana, perché mi ricorda i lontani anni in cui fu realizzato, la Cina, il successo mondiale. Ma il tempo, come afferma Sant' Agostino, non esiste. Siamo tutti contemporanei". (B. Bertolucci).
"Questo film rappresenta la mia madeleine proustiana, perché mi ricorda i lontani anni in cui fu realizzato, la Cina, il successo mondiale. Ma il tempo, come afferma Sant' Agostino, non esiste. Siamo tutti contemporanei". (B. Bertolucci).
Nel
1908 a Pechino
nella città
proibita, l'anziana
Imperatrice vedova,
prossima
a
morire, si fa portare
Pu-Yi, un fanciullo di tre anni,
strappandolo
alla madre e lo designa suo
successore. Ultimo della dinastia Ching
passerà la
sua infanzia
nella mitica
Città, signore e padrone
assoluto di uno sterminato Impero. Nel
1912, Sun-Yat-Sen proclama la
Repubblica, ma il
fanciullo resta là
come un simbolo, prigioniero ma onorato (e
inoffensivo). Successivamente, divenuto adulto
va
a
vivere in un'altra
città del Paese con
le due mogli, l'istitutore scozzese Sir Reginald Johnston e alcuni
fedeli, in un esilio dorato, che lo vede anche
in Occidente. Poi la volontà di governare
prende il sopravvento e lo spinge a
compromessi: avendo nel
frattempo il Giappone,
spinto da
mire espansionistiche, invaso e
occupato la Manciuria,
terra
natia di Pu-Yi, questi sale sul
trono di tale regione, ribattezzata Manciukuo, destinato al
ruolo di re fantoccio, collaborando con
Tokio, che ne condiziona a fini bellici l'effettivo
potere. Finita la guerra e
caduto in mano
sovietica
Pu-Yi trascorre, dopo la
seconda guerra
mondiale cinque anni in
Siberia; poi nel
1949 la Cina di
Mao ne chiede il rimpatrio
come criminale di guerra. Dopo
un decennio di rieducazione politica, l'ex
Imperatore viene rilasciato
dal campo in
cui, con molti altri, è stato
confinato: ora è un
uomo comune, ha riconosciuto le sue colpe
(reali o presunte) e lavora da umile
giardiniere
nell'orto botanico di Pechino.
E nel 1967, nel
momento in cui coloro che lo hanno rieducato
proveranno gli insulti e le vessazioni
della
rivoluzione culturale Pu-Yi muore.
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