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EVERYBODY WANTS di Lestblue
I, FRANKENSTEIN la recensione di LESTBLUE
I, Frankenstein non è di certo un film
nato sotto una buona stella. Venne girato sul finire del 2012 e la sua uscita
venne rimandata a data da destinarsi diverse volte e successivamente venne
realizzato il porting in 3D IMAX (cosa
che di solito ci annuncia un flop in termini di qualità e che viene fatta
principalmente per incrementare le entrate) che il film originario non
prevedeva.
Ok ci sono dei cali narrativi e l’azione
molto spesso non è così fantastica o geniale, ma nel complesso il film è
l’omaggio perfetto ad altre due saghe che amo alla follia: Underworld (con la
quale condivide autore, produttori e atmosfere dark) e Van Helsing (dove gli
omaggi abbondano, a partire dall’eterna lotta tra Bene e Male, passando per
l’importanza focale del protagonista, fino ad arrivare alla “grande
resurrezione” del finale).
La pellicola è basata sulla graphic novel
omonima di Kevin Grevioux e punta a rinnovare la storia di Mary Shelley
portando il mostro ai giorni nostri.
Dopo la morte del suo creatore,
Frankenstein si trova in mezzo ad una guerra santa e si scopre essere il
principale obiettivo del Male, infatti Naberius è del tutto intenzionato a
portare sulla terra un’orda di demoni donando a questi dei corpi privi di anima
(in questo punto i parallelismi con Van Helsing si sprecano, vi ricordate dei
figli di Dracula che dovevano essere portati in vita ad ogni costo?).
Senza volervi svelare troppo della trama,
che già non brilla in originalità passo però a parlarvi di altri due dettagli
del film sui quali si deve spendere qualche parola.
In primis un Aaron Eckhar fantastico,
talmente a suo agio nella condizione di mostro che appena sfodera i suoi
pettorali/addominali ci rendiamo conto che c’è qualcosa che non va. Non siamo
davanti a un corpo mutilato, ma alla perfezione, è vero, c’è qualche cicatrice,
ma è perfetto. In teoria il corpo dell’essere abominevole dovrebbe essere
composto da 8 parti diverse, invece qui l’armonia ha il sopravvento… dettagli
comunque facilmente oscurabili da Eckhar stesso.
In secondo luogo la presenza e mitologia
dietro ai Gargoyle. Sono l’unico che per tutto il film ha pensato solo e
soltanto a quella serie Disney che aveva i Gargoyle come eroi e protagonisti?
In ogni, se da una parte ho visto una
certa dissonanza nella loro presenza, d’altra parte è stato un lavoro sublime
il loro intervento come surrogati degli angeli.
L’atmosfera dark tipica di Underworld
lascia però anche spazio per scambi di battute e riesce a strapparci qualche
sorriso, soprattutto nelle scene che coinvolgono Frankenstein e la dottoressa
Wade.
Proprio parlando di questi due personaggi
però ho notato un piccolo vuoto narrativo nel momento in cui non ci viene
fornita alcuna informazione diretta sulla mancata possessione del mostro. Ok,
si poteva benissimo intuire, ma finito il film ho sentito diverse persone
chiederselo, quindi evidentemente c’era qualcosa che non andava nel modo in cui
è stata presentata.
Per concludere voglio consigliare senza
ombra di dubbio questo film a chiunque abbia nostalgia delle due pellicole
“sorelle”, non rimarrete delusi perchè è esattamente quello che di cui sentite
la mancanza, nulla di più e nulla di meno. Se invece non amate molto l’azione e
il genere fantasy allora, senza ombra di dubbio, è meglio che aspettiate
l’homevideo perchè di certo non ci troviamo davanti a un capolavoro.
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