Il film è uscito nei cinema italiani da qualche settimana incassando 1,7 milioni di euro ma al momento nessuna tv si è mostrata interessata all'acquisto dei diritti televisivi, ecco un'interessante articolo di L'ESPRESSO.
fonte: L'ESPRESSO
Diaz in tv, la rete si mobilitaIl film sulle violenze della polizia durante il G8 di Genova non trova televisioni interessate alla sua trasmissione in Italia. E sul web il Tg3 lancia un appello agli utenti, subito arrivato tra i top trend di Twitter
(04 maggio 2012)
Alla tv italiana un film come "Diaz, don't clean up this blood", non interessa proprio. Il lavoro di Daniele Vicari, premiato al Festival di Berlino, è riuscito nell'impresa di trovare un distributore internazionale come la Universal, di convincere finanziatori francesi e rumeni, di parlare di un argomento così caldo "solo" 11 anni dopo quel G8 di Genova finito nel sangue. Eppure la difficoltà maggiore si sta rivelando convincere un'emittente ad acquistarne i diritti e a mandarlo in onda in Italia, in modo che la denuncia su quanto accaduto possa raggiungere il grande pubblico e i fatti non essere dimenticati.
A spezzare il silenzio intorno al disinteresse delle nostre televisioni ci ha pensato la redazione web del Tg3, che ha lanciatoun appello agli utenti della rete: comunque la pensiate, Diaz dovrebbe andare in Tv.
"Perché nessuna televisione italiana ha voluto partecipare alla produzione del film? E soprattutto, perché nessun network (pubblico o privato) sembrerebbe interessato all'acquisizione dei diritti per la trasmissione di Diaz sul piccolo schermo?", si legge nell'appello del Tg3, Anche il Parlamento Europeo ha invitato gli autori il 15 maggio per una proiezione del film, perché le drammatiche vicende di quei giorni a Genova non furono solo una ? cosa italiana'.Ma in televisione, forse, non lo vedremo mai".
Poche ore dalla pubblicazione dell'articolo e quella richiesta di democrazia mediatica è stata rilanciato su Twitter e sui social network da migliaia di persone, diventando uno dei temi caldi sul sito di microblogging dell'uccellino blu, dove l'hashtag #diazintv sta raccogliendo messaggi di sostegno al ritmo di decine al minuto.
"Comunque la si pensi", si chiude l'appello del Tg3, "Diaz racconta una dolorosa pagina della storia recente del nostro Paese e lo fa basandosi sugli atti processuali e sulle testimonianze di persone che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. E tutto questo, in televisione, speriamo di vederlo. Prima o poi".
A spezzare il silenzio intorno al disinteresse delle nostre televisioni ci ha pensato la redazione web del Tg3, che ha lanciatoun appello agli utenti della rete: comunque la pensiate, Diaz dovrebbe andare in Tv.
"Perché nessuna televisione italiana ha voluto partecipare alla produzione del film? E soprattutto, perché nessun network (pubblico o privato) sembrerebbe interessato all'acquisizione dei diritti per la trasmissione di Diaz sul piccolo schermo?", si legge nell'appello del Tg3, Anche il Parlamento Europeo ha invitato gli autori il 15 maggio per una proiezione del film, perché le drammatiche vicende di quei giorni a Genova non furono solo una ? cosa italiana'.Ma in televisione, forse, non lo vedremo mai".
Poche ore dalla pubblicazione dell'articolo e quella richiesta di democrazia mediatica è stata rilanciato su Twitter e sui social network da migliaia di persone, diventando uno dei temi caldi sul sito di microblogging dell'uccellino blu, dove l'hashtag #diazintv sta raccogliendo messaggi di sostegno al ritmo di decine al minuto.
"Comunque la si pensi", si chiude l'appello del Tg3, "Diaz racconta una dolorosa pagina della storia recente del nostro Paese e lo fa basandosi sugli atti processuali e sulle testimonianze di persone che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. E tutto questo, in televisione, speriamo di vederlo. Prima o poi".
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